La sfida di sabato sera tra Roma e Verona appare, almeno sulla carta, la classica partita dall’esito scontato, o quasi. I giallorossi, che puntano a una qualificazione europea, si troveranno di fronte un Verona motivato, alla ricerca dei punti necessari per raggiungere il prima possibile una salvezza che appare molto vicina. «Entrambe le squadre – commenta Piergiorgio Negrisolo, doppio ex della partita – stanno rispettando i rispettivi obiettivi stagionali. I giallorossi, dopo un avvio alquanto travagliato, prima con De Rossi e poi con Juric, con l’arrivo di Ranieri hanno ritrovato forza e consapevolezza, risalendo piano piano la classifica». Merito soprattutto di Ranieri? «Credo proprio di sì. Conosco molto bene Claudio, abbiamo giocato assieme proprio nella Roma. Con la sua esperienza è riuscito a ridare serenità e tranquillità a una squadra che aveva smarrito la propria identità, soprattutto dopo il breve intermezzo di Juric. Il suo modo di fare mi ricorda Niels Liedhom, che ho avuto da allenatore proprio a Roma, che sapeva gestire molto bene la pressione e trasmetteva a noi giocatori quella tranquillità necessaria per affrontare gli impegni senza ansie». Il Verona? «I gialloblù stanno facendo anche quest’anno il campionato che devono fare, ovvero quello di raggiungere la salvezza. Quest’anno il rendimento della squadra è stato caratterizzato da alti e bassi ma ora mi sembra che Zanetti abbia trovato un’impostazione tattica più solida. In difesa si prendono meno gol e anche il centrocampo appare molto più sicuro. Manca, forse, qualcosa davanti. Mi piace molto Duda – confessa – un centrocampista completo, esperto e dotato di ottima visione di gioco». L’uomo più pericoloso della Roma? «Per me rimane Dybala ma per fortuna del Verona non ci sarà. L’attaccante argentino è il giocatore in grado di fare sempre la differenza. E la sua assenza sicuramente pesa. Penso che il Verona abbia la necessaria tranquillità per affrontare l’incontro a viso aperto. Magari riuscendo a portare a casa anche un risultato positivo».

ROMA E VERONA

Roma e Verona sono state due parentesi importanti della sua carriera. «A Roma ho passato tre stagioni molto positive – racconta – delle quali conservo un ottimo ricordo. Peccato solo che per scelte tattiche ho giocato sempre difensore o ala quando il mio ruolo naturale era il libero. Un ruolo ora sparito con l’avvento del gioco a zona». Un ruolo, però, che ritrovò poi con il Verona. «Vero – ricorda - con Valcareggi ritornai a fare il libero che per me era come fare un centrocampista aggiunto. In mezzo al campo c’erano Mascetti e Maddè che erano un po’ più “datati” e quindi il mio apporto in fase di impostazione si rivelò molto utile. Anche a Verona furono anni belli. Peccato solo per l’ultimo, terminato con la retrocessione. Delle stagioni in gialloblù, oltre ai compagni di squadra, ricordo con piacere anche la figura di Saverio Garonzi. Un presidente molto pittoresco, parte integrante di un calcio diverso, che oramai non esiste più». Un calcio che molti, ancora oggi, rimpiangono.

Sezione: Focus / Data: Sab 19 aprile 2025 alle 13:00
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
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