Anche quest'anno chiude il sipario sui play off. A festeggiare la serie B sono Verona e Juve Stabia. Promozioni meritatissime, per gli stabiesi addirittura si tratta di un double, riuscito a nessuno quest'anno nei campionati professionistici. Complimenti vivissimi ad entrambe.
> 1^ Divisione Girone A:
All"Arechi" tutta la città di Salerno si era stretta intorno alla squadra di Breda. In città c'era il clima da "remontada", tanto che molti erano convinti di vincere e tornare in B al primo colpo. Lo stadio mostrava un colpo d'occhio veramente commovente, con quasi 25 mila spettatori che hanno trascinato la Salernitana, più con il cuore, che con la ragione e la corsa. Infatti alla fine a gioire è il Verona. Decide la partita un gol di Carrus su rigore alla fine del primo tempo. La partita era iniziata con la squadra granata, costretta dal 2-0 dell'andata, all'attacco ma con poche idee e quelle poche erano confuse. Il Verona reggeva all'onda d'urto giocando di rimessa. La partita viveva su folate dei folletti Fabinho (troppo innamorato del pallone) e Ragusa (se non si perde diventerà qualcuno) che mettevano sovente in difficoltà la difesa veneta. Con Martina Rini e Halfredsson che macinavano chilometri su chilometri, Mancini costretto a fare la fascia più come difensore aggiunto per fermare Ragusa aiutando la difesa che per offendere. Dopo la sfuriata iniziale, per poco il Verona non segna con Berrettoni, ma questi calcia a lato.
La Salernitana si scuote, ma vive di iniziative isolate dei suoi giocatori più talentuosi. Ragusa, in una delle sue micidiali serpentine, a fine primo tempo, viene steso in area e per il direttore di gara è calcio di rigore. Dal dischetto si presenta Carrus che fa secco Rafael. Il gol faceva esplodere lo stadio, con l'arbitro che mandava i 22 negli spogliatoi. Il clima diveniva bollente, la gente incitava i giocatori a crederci. Mancava solo un gol. Nella ripresa tutti si aspettavano una Salernitana arrembante, invece è il Verona che parte meglio sfruttando le indecisioni del centrocampo granata che faticava non poco a far ripartire il gioco. Solo Ragusa riusciva ad impegnare severamente Rafael, poi era un continuo ricercare le punte esterne, con pochissimo costrutto. Il Verona reggeva benissimo agli attacchi, sterili per la verità, della squadra di Breda. L'errore fondamentale del tecnico della Salernitana è stato quello di tenere per quasi 80 minuti Fava là davanti. Un vero regalo per la difesa veronese, che aveva gioco facile nei tanti cross che arrivavano dalle fasce, invece di sfruttare di più le fasce con gli inserimenti di Fabinho e Ragusa che facevano male come pochi quando si inserivano in area. L'inserimento di Aurelio non solo non cambiava nulla ma di certo non era Carrus che doveva fargli posto. Il fantasista sardo non andava tolto perchè lui poteva accenderti la partita in qualsiasi momento. Togliendo l'attaccante di Formia, incolore la sua prova, Fabinho andava subito messo in mezzo e casomai Montella (non Aurelio) andava messo sull'out destro, per sfruttare la sua freschezza sulle fasce. Martina Rini, avendo esaurito il suo compito di correre dietro al numero 10 granata, iniziava a dare man forte anche alle punte, nelle rare volte in cui venivano servite. Alla fine il Verona torna in B dopo 4 lunghi anni. Sono state stagioni sofferte per la tifoseria veronese (in buon numero anche in questa trasferta per niente agevole), che ha dimostrato un attaccamento viscerale alla propria squadra, nonostante questa non riuscisse a regalar loro le soddisfazioni che meritava.
Martinelli ha costruito una squadra forte, anche troppo a nostro parere, per la Lega Pro, non badando a spese. E' stato premiato con una stagione d'oro. Artefice di tutto questo, a parte i giocatori a cui va dato il giusto merito, è stato Andrea Mandorlini. Dove ha fallito Remondina ha vinto Mandorlini. L'allenatore ha dato a questo Verona una struttura di gioco degna del potenziale (enorme) che aveva, poche squadre anche in Serie B possono permettersi un attacco fatto da Le Noci Ferrari e Berrettoni, adesso si gode questa promozione. Per il futuro non ci dovrebbero essere problemi per la permanenza dell'ex difensore dell'Inter sulla panchina scaligera.
Per la Salernitana adesso la situazione si fa nera. La crisi societaria morde le caviglie, con Nicola Salerno abbastanza chiaro a fine partita, rispondendo con un laconico "vedremo" alla domanda del giornalista su che succederà da domani alla Salernitana. Chi deve e può fare qualcosa, se ama davvero Salerno e la sua tifoseria, si muova. Non meno di un mese fa il neo eletto sindaco De Luca ebbe a dire "stiamo lavorando per dare alla società un futuro migliore". Sindaco, la situazione volge al peggio, ci sono novità? Crediamo che i 25 mila innamorati della Salernitana che hanno assiepato gli spalti, per un play off di Lega Pro non dimentichiamolo, meritino una risposta immediata. Le belle parole sono finite, ora ci vogliono i fatti. Troppi corvi stanno girando sul cielo di Salerno e tanti hanno approfittato della situazione disperata per farsi pubblicità. Non c'è bisogno di far nomi, perchè gli faremmo solo altra pubblicità gratuita. Salerno non merita questa lenta agonia.
> 1^ Divisione Girone B:
Dopo 60 anni la Juve Stabia realizza il suo sogno: è Serie B! davvero una stagione memorabile per loro, da raccontare un domani ai nipoti. Guardando i festeggiamenti nella città di Castellammare, la mente ci torna a quella scritta fuori dal cimitero di Napoli: cosa vi siete persi. Scritta fatta dopo il primo scudetto dei partenopei. Chissà che stanotte qualche tifoso non faccia lo stesso nel cimitero della città delle vespe.
Una Juve Stabia che ha giocato la partita della vita. Braglia ha disposto in campo una formazione perfetta, con tutti i suoi ragazzi che hanno dato tutto per questo sogno. Le polemiche sulla capienza dello stadio a lungo andare si sono affievolite, giustamente, lasciando che gli unici protagonisti fossero i giocatori in campo.
Sugli spalti, davanti ad un sole cocente (giocarla in contemporanea alle 18 con Salerno era troppo, vero Macalli?) i tifosi delle vespe non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Per certi tratti sembrava di giocare al "Menti". Questo la squadra lo ha avvertito e si muoveva con una armonia che domenica scorsa non gli avevamo visto fare. L'Atletico Roma rimaneva quasi spiazzato dal gioco propositivo degli ospiti, non riuscendo ad imporre il suo gioco, con Baronio che si trovava in difficoltà per reggere il ritmo dei centrocampisti stabiesi. La squadra di Braglia con Mezavilla (come si è sentita la sua assenza nella finale di andata) nuovamente in campo, riusciva a creare un paio di grattacapi ad Ambrosio. Alla fine del primo tempo arrivava il gol che rompeva l'equilibrio facendo pendere l'ago della bilancia dalla parte degli stabiesi. Su azione d'angolo Molinari faceva secco il portiere locale, facendo esplodere il settore sud riservato alla tifoseria delle vespe. Si andava al riposo con la Juve Stabia che coglieva ciò che maggiormente gli interessava. Andare al riposo in vantaggio caricava di ulteriore pressione l'Atletico, dando alla squadra gialloblù l'opportunità di sfruttare il contropiede, potendo gestire le forze e aspettando l'errore fatidico dei romani. Non per niente Tarantino entrava al posto di Mbakogu, giocando una partita immensa. L'Atletico ci provava ma ormai gli venivano a mancare anche le energie nervose più che fisiche. In questi casi prima o poi o pareggi oppure prendi il secondo gol. La seconda rete arrivava nel finale, con un il gol di uno dei protagonisti della stagione della Juve Stabia. Quel "Re" Giorgio Corona arrivato con parole di umiltà in quel di Castellammare in quell'afoso 18 Agosto di un anno fa, mettendosi in riga come tutti gli altri, dando il suo contributo alla causa delle vespe. Il suo campionato sarà forse l'ultimo però a Castellammare non dimenticheranno mai il suo sinistro (non il suo piede) che ha infilato per la seconda volta il portiere capitolino, facendo capire, una volta per tutte, che la serie B non era più un sogno ma una realtà da festeggiare con un esultanza degna di un ragazzino, cercando l'affetto di una tifoseria ubriaca di gioia. Tra gli artefici della storica promozione, non possiamo non mettere quel toscanaccio di Braglia. Chi lo conosce sa che non è un tipo allegro, anzi è molto meticoloso nel lavoro, ma ovunque è andato ha sempre fatto molto bene. A Castellammare la dirigenza la scorsa estate lo ha "soffiato" sul filo di lana al Benevento. Scelta mai così giusta perchè il suo arrivo ha dato alla Juve Stabia quella maturità che le mancava ogni anno per fare il grande salto. Adesso il tecnico si gode questa meritatissima promozione. Il futuro? Al momento è un grosso punto interrogativo, però crediamo che il tecnico abbia il dovere di restare anche per un debito di riconoscenza con una città che lo ha adottato come uno di loro.
Chiudiamo con una nota di colore. C'era uno striscione di un tifoso stabiese che diceva: portateci al Marassi. E' stato accontentato.
L'Atletico ha pagato la pressione di essere favorito. La partita di domenica scorsa è stato forse il momento decisivo. Se avessero vinto, a quest'ora si starebbe parlando di una serie B per i romani, ma nel calcio si sa, con i se e con i ma, non si va da nessuna parte. Onore all'Atletico Roma che ha sprecato una occasione che difficilmente la prossima stagione gli capiterà nuovamente. Chiappara a fine partita ha avuto parole meravigliose per i suoi ragazzi e gli va dato il merito di aver contribuito ad alimentare un sogno bello comunque per la terza squadra della città di Roma.
Un piccolo sassolino riguardo alle polemiche del presidente della Juve Stabia, Manniello, vogliamo togliercelo. Senza polemica, però adesso, ragionando come ha fatto lei, cosa dovremmo pensare: che ha vinto il calcio pulito? Su presidente, la prossima volta, aspetti almeno il ritorno delle partite per dare un giudizio meno affrettato su politici e quant'altro, lasciando da parte i complotti e si goda questa promozione. In fin dei conti se la Juve Stabia è in B, una parte di merito è anche sua. Auguri!
Autore: Redazione TuttoHellas
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