Occasione persa quella del Verona nell’anticipo della 34^ giornata di campionato contro il Brescia. I gialloblu tornano a Verona con zero punti in saccoggia, beffati al 90’ da una punizione fulminea di Cordova. Una rete pesante che ha avuto l’effetto di tagliare l’aria viziata che s’era fatta al Rigamonti nella seconda parte di gara. Ovvero, di un pareggio quasi annunciato che potesse andare bene ad entrambe le parti. E invece così non è stato. I gialloblu tornano con l’amaro in bocca e con la consapevolezza di aver giocato male le proprie carte, non riuscendo nemmeno a portare a casa un punticino che avrebbe fatto bene per lo meno alla classifica. Se la gara col Cittadella era stata definita la partita della continuità", della tenacia, della forza, dopo Brescia c’è da rammaricarsi ancora una volta per non essere riusciti a centrare il minimo obiettivo della giornata alla luce anche dei risultati dagli altri campi. Sperando, infine, che la sconfitta di Brescia non possa pesare ai fini della classifica a fine campionato.

Perché il Verona ancora una volta eccede di pressapochismo. Dà l’impressione di sapere come si vincono certe sfide, certi grattacapi (vedi Torino) ma ancora una volta è mancato di lucidità, di freschezza. Una squadra che per buona parte di partita sembrava davvero potesse prendere le misure del Brescia, ma alla fine si è ridotta ad adattarsi all’avversario addormentando sia il gioco che sé stesso. Un atteggiamento troppo rinunciatario che il Verona non solo non se lo poteva permettere ma non è mai stato nell'indole di questa squadra che sempe ben impressionato per altre qualità. Si è ricaduti così nello stesso errore di Genova contro la Sampdoria o in quello di Padova. Con l’unica differenza che per una volta la squadra di Mandorlini avrebbe potuto per davvero vincere questa partita se solo avesse osato di più. A tratti il Verona è sembrata una Ferrari che però si è tenuto a freno a mano tirato e che alla fine nemmeno riesci a godertelo fino in fondo.

Terreno ostico quello di Brescia e gara preparata molto cautamente dal tecnico Mandorlini che però manda in campo un Verona spregiudicato con il ritorno di Galli titolare al posto di Halfredsson infortunato e riproponendo un speculare 4-3-3 con Berrettoni e Gomez dietro a Ferrari in attacco. L’inizio però non è dei migliori. E’ l’ Hellas che sembra possa ancora una volta fare la partita. Ma l’atteggiamento, come detto, rimane guardingo ed è il Brescia, soprattutto col baby Mandorlini, a farsi pericoloso.

Il Brescia diventa ostico ed imprevedibile se si dà spazio. Allora l’Hellas ritorna un po’ sui suoi passi e lo fa con un possesso di palla volenteroso e lineare ma la sensazione è che se non sono gli episodi a dare il là alla partita di certo questo Verona non lo sblocchi. E infatti la rete di Daprelà al 36’ è la conferma di questo. Berrettoni a ciel sereno pareggia subito i conti due minuti dopo e la gara si riapre in positivo per l’Hellas.

Ci si aspetta una ripresa con un altro spirito dei gialloblu. Ma la partita invece si ristagna a metà campo, con il Brescia che agisce solo su ripartenze ed un Hellas che non riesce a trovare il guizzo vincente.

Nemmeno Russo, Lepiller e Pichlmann riescono a capovolgere il match. E quando, fra mille rimpianti, si trova anche il lusso di percepire il punto come un ottimo traguardo verso gli obiettivi stagionali, ecco la punizione che non t’aspetti di Cordova e la rete che fa volare, così, solo le rondinelle.

Una sconfitta da archiviare subito, come sempre, ma se alla lunga non si impara a cogliere tutto quello che il campo ti può regalare rischi solo di rimanere fregato alla fine. Quando capisci che i calcoli non bisogna mai farli in casa d’altri..

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 07 aprile 2012 alle 07:00
Autore: Federico Vaccari
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